Fra le fibre più utilizzate al mondo per realizzate tessili in genere (vestiti, biancheria per la casa, abiti da lavoro, ecc.) c'è sicuramente il cotone: in quanto fibra naturale e quindi coltivata nei campi, maggiore è il recupero di scarti pre e post consumo perché possano essere re-immessi nella catena del valore, maggiore è la parte di suolo che può essere resa disponibile per coltivazioni alimentari, necessarie a sfamare una crescita demografica di cui non si prevede un rallentamento per almeno i prossimi cinquant’anni, e maggiore è la salvaguardia di risorse, specificatamente l’uso di acqua e la preservazione del suolo grazie a un ridotto uso di prodotti chimici.
Sulla base della nostra esperienza, la produzione di filati open-end di cotone riciclato permette di recuperare in media circa il 60% delle fibre e lo scarto derivante dalle nostre produzioni può essere a sua volta impiegato in processi di up-cycling: si pensi ad esempio che dal nostro sottoprodotto, è possibile a mezzo di una trasformazione totalmente naturale (accrescimento con micelio) produrre pannelli fonoassorbenti completamente biodegradabili, con caratteristiche tecniche comparabili a quelli prodotti con materiali (melammine, poliuretani) la cui unica possibilità di riciclo è la termovalorizzazione.
Scegliere il cotone riciclato significa fare una scelta etica ed ecologica: rispetto a impianti di rigenerazione delle fibre plastiche in polimeri per la produzione di fibre tessili, l’installazione di impianti volti al recupero degli scarti di cotone non è normalmente assoggettata a particolari barriere all’ingresso, quali ad esempio vincoli dimensionali (taglie minime degli impianti) ed è pertanto possibile favorire il riutilizzo dello scarto proprio laddove viene prodotto, abbattendo così le emissioni legate alla movimentazioni dei materiali, rispettando così gli equilibri del pianeta in cui viviamo e riducendo peraltro sensibilmente l'uso delle risorse primarie.
Come già accennato, la produzione di filati con cotone riciclato può avere delle limitazioni tecniche di titolo (fibre corte), resistenza (fibre maltrattate) e tingibilità (fibre morte) , ma a seconda della destinazione d’uso è possibile trovare un compromesso grazie alla miscelazione con fibre vergini, fino a un massimo dell’80%, per poter progettare un filato riciclato con i requisiti necessari al cliente. Alcuni marchi di moda, come ad esempio Levi's, utilizza circa il 20% di cotone riciclato per realizzare i suoi capi senza comprometterne il livello qualitativo.